11/28/2015
11/17/2015
Marco Berlanda / Paolo Dolzan
“Marco
Berlanda – Paolo Dolzan” – Palazzo Trentini, sede della
Presidenza del
Consiglio Provincia Autonoma di Trento, 27 novembre 2015 – 9
gennaio 2016.
L’iniziativa
artistica propone un inedito confronto fra due delle personalità più
significative del panorama artistico locale, Marco Berlanda e Paolo
Dolzan, la cui attività ha avuto il merito di superare il
regionalismo che spesso contraddistingue l’operato di molti
artisti, riscuotendo interesse e visibilità sia a livello nazionale
che internazionale.
Marco
Berlanda è nato a Trento,
dove tuttora risiede, nel 1932. Fin da bambino manifesta un notevole
interesse per la pittura e il disegno. Autodidatta può dedicarsi con
assiduità all’arte solo in età matura, dal 1975, quando comincia
ad entrare in contatto con diverse Associazioni come il Gruppo
"Studio Arti Visuali" di Trento, il Gruppo "La
Cerchia" - Artisti Trentini ed il Gruppo U.C.A.I., sempre di
Trento.
Tra
le numerose sue partecipazioni a Mostre personali e collettive merita
segnalare quella alla "Internationale Künstlerborse” di
Francoforte nel 1984, la presenza alla rassegna "El encuentro de
dos mundos" dell'Estado de Sonora in Messico nel 1992 e la
mostra personale tenuta a Parigi nel 2012. Per due volte gli viene
conferito il "Premio Nazionale Naïf" di Luzzara, fondato
da Cesare Zavattini.
Paolo
Dolzan nasce a
Mezzolombardo nel 1974. Intraprende gli studi artistici frequentando
l'Istituto Statale d'Arte "A. Vittoria" di Trento. Nel 1998
si diploma in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia,
allievo di Carlo Di Raco. Nel marzo 2004 fonda l'associazione
Spazio27 a Trento, nell'ottica di promuovere il confronto e
l'interscambio culturale tra gli artisti. Nel corso di questa
esperienza, ha modo di intrecciare numerosi rapporti di
collaborazione con intellettuali e artisti, in Italia e all'estero.
Dolzan è insegnante di Storia dell'Arte e Disegno presso l'Istituto
di Istruzione Superiore di Tione. Ha tenuto mostre collettive e
personali sia in Italia che all’estero (Germania, Cina, Stati
Uniti). Nel 2015 ha acquisito una proprietà presso Wölkisch in
Germania, col fine di realizzare un centro d’arte volto alla
promozione e diffusione di eventi artistici che spaziano dall’arte
al teatro.
Pur
appartenendo a due generazioni assai distanti l’una dall’altra,
l’opera dei due artisti presenta analogie importanti: una
deformazione spesso esasperata dell’immagine di chiara estrazione
espressionista; la vicinanza alla poetica dell’art
brut; un tratto grafico
convulso corrosivo e una profonda ed insistita meditazione sulla
figura come punto cardinale di ogni composizione.
Nel
dettaglio, è possibile individuare dei veri e propri leit
motiv comuni ad entrambi
gli artisti, elementi sui quali si baserà l’intera esposizione, in
un incessante confronto di generi e tematiche che andremo brevemente
ad illustrare.
Il
ritratto vero o immaginario appare come una costante sia nella
produzione di Berlanda che in quella di Dolzan. Tuttavia, se nel
primo il ritratto scaturisce dal bisogno di fissare il viso di
familiari o amici, quasi per trattenere nella propria memoria i
lineamenti di chi gli sta attorno, in una sorta di diario
sentimentale, nel secondo prevale la tendenza iconoclasta,
anticlassica, volta a decostruire il volto del soggetto per
ricostruirlo, poi, in una lenta e progressiva affermazione
dell’orrifico. La tendenza a de-comporre è testimoniata in Dolzan
anche da una serie di sculture in materiali compositi che troveranno
collocazione all’interno del percorso espositivo.
Altro
punto di contatto tra i due è una sorta di tensione mistica che li
porta inevitabilmente a confrontarsi con il tema del sacro,
pervenendo, come è facile intuire, ad esiti molto diversi l’uno
dall’altro: Berlanda si accosta al tema religioso da credente, da
persona di animo semplice che coglie, nel mistero del sacro, tutta la
grandezza del messaggio evangelico e l’unicità della condizione
umana; Dolzan, al contrario, dimostra un’attrazione, al limite
dell’ossessione, verso gli aspetti più efferati e drammatici della
religiosità, cristiana e pagana, soffermandosi su temi quali il
martirio e la crocifissione.
Berlanda
si è fatto conoscere per il suo stile immediato e primitivo; le due
componenti, immediatezza e primitivismo, emergono in maniera evidente
nell’imponente serie di paesaggi realizzati dall’artista nel
corso della sua carriera: scorci della propria città, dei suoi
sobborghi, di paesini di montagna e, più recentemente, grazie anche
ai suoi numerosi viaggi, vedute di grandi metropoli come nel caso del
ciclo di quadri dedicati a Notre-Dame a Parigi. Se in Berlanda
incontriamo, però, un paesaggio plasmato dall’uomo, in Dolzan esso
diviene metafora dell’animo umano e ne adotta tutte le sfumatura:
avremo, quindi, visioni di una natura minacciosa, iperborea, dove il
principio antropico, pur non rinunciando ai propri tratti distintivi,
cede il passo al suo lato più ferino, selvatico.
Una
sezione della mostra sarà, infine, riservata alla produzione grafica
dei due pittori, per i quali l’incisione diretta (la puntasecca per
Berlanda e la xilografia per Dolzan), senza cioè l’utilizzo di un
medium
acido, diviene un mezzo espressivo efficace per approfondire taluni
aspetti del contingente che la pittura da sola non riesce a sondare.
L’apparato
critico dell’esposizione verrà affidato a Tommaso Decarli, attivo
da tempo nell’organizzazione di eventi culturali, sia a livello
locale che nazionale ed internazionale. Laureato in Storia dell’Arte
Contemporanea presso l’Università degli Studi di Trento, ha curato
mostre per enti pubblici e privati. Tra le esposizioni da ricordare:
Wiener Aktionismus,
Galleria Argo, Trento (I), 2003; MMIII,
Parlamento Europeo, Sala Spinelli, Bruxelles (B), 2003; DDT – Der
grosse Parasit, Kunsthalle Faust, Hannover (D), 2005; Dalla
storia alla strada, Foyer
Santa Chiara, Trento (I), 2012; Soundart10giorniLive
– Osvaldo Cibils, Torre
Mirana, Trento (I), 2014 e MAG3, Vienna (A), 2015.
Dal
2004 segue con particolare attenzione il lavoro di Paolo Dolzan, del
quale ha curato le seguenti mostre: Walhalla:
Dolzan opere 2004 – 2006,
Castello Costa del Carretto, Garlenda (I), 2006; La
predica all’uccello,
Galleria Argo, Trento (I), 2011; Dolzan
– Esperienze (2009 –
2011), mostra itinerante, Italia, Germania, Stati Uniti, 2011; The
Big Black, Istituto
Italiano di Cultura, Shanghai (Cina), 2012; Il
vecchio mulino e il pittore pazzo,
progetto itinerante, Italia – Spagna, 2014; Skulputren,
Galleria Argo, Trento (I), 2014.
11/15/2015
arteBRUTale / MACABREZZA
"arteBRUTale"
ottobre / novembre 2015
"MACABREZZA"
novembre / dicembre 2015
La
rassegna propone una serie di opere in mutazione.
Nasce
arteBRUTale e muore MACABREZZA (macabra bellezza).
Lo
spirito della mutazione risiede nel contemporaneo della società che
ci circonda, avvolge, coinvolge, opprime e condiziona stili e modi di
vita tutto all'insegna del mutare rapidamente annullando il
programmatico.
"arteBRUTale"confina
opere ed immagini fuori dai canoni della bellezza,dell'eleganza e
della raffinatezza spesso debordanti nel kitsch, concentrando senza
nulla concedere all'effimero, la materia ed il pensiero in un unicum
di solida realtà ed inequivocabile intransigenza.
"MACABREZZA"
spinge le immagini all'essenza, all'osso direi decretando i contorni
avulsi ed elevando il simbolismo a protagonista nel connubio tra
icona ed una sorta di visione concettualistica dell'arte.
CONTEMPORARYARTE PANCALDI
ROMA - via Antonio Serra, 78
ARTISTI
IN MOSTRA:
Bruno
CECCOBELLI, CELSAURO, Fulvio de PELLEGRIN, Paolo DOLZAN, Pablo
ECHAURREN, Armando FETTOLINI, Paul KOSTABI, Chérif & Geza (KRM),
Andrea MARCHETTI, Vera MERCER, Riccardo RESTA, Daniel SPOERRI, Serge
UBERTI.
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